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Arretrati Pensioni: Migliaia di Rimborsi in Arrivo per i Pensionati!

In attesa della pronuncia della Corte Costituzionale, migliaia di arretrati sulle pensioni a molti pensionati potrebbero arrivare.
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Pubblicato da Enzo Conti
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In attesa della decisione della Corte Costituzionale, migliaia di arretrati pensionistici potrebbero essere pagati a numerosi pensionati.

Una delle problematiche attuali legate alle pensioni è relativa alla rivalutazione degli assegni pensionistici decisa dal governo per l’anno 2024, questione che è stata portata davanti alla Corte Costituzionale. Un ex dipendente statale, ora in pensione con un assegno piuttosto consistente, ha presentato un ricorso alla Corte Costituzionale.

Il motivo del ricorso è che il taglio operato dal governo, attraverso la riduzione del coefficiente di perequazione applicato alla sua pensione, si pone in contraddizione con i principi fissati dalla Costituzione italiana. Non è raro che le normative previdenziali vengano discusse in Corte Costituzionale, come dimostra anche il caso di parte della riforma Fornero. In particolare, si fa riferimento al blocco della perequazione delle pensioni e degli stipendi introdotto dal decreto Salva Italia.

Se la Corte Costituzionale dovesse accogliere il ricorso, si potrebbero aprire nuove prospettive. Questo potrebbe significare la possibilità per i pensionati interessati di ricevere non solo un aumento delle pensioni, ma anche i relativi arretrati, perduti nel corso del 2024. Si parla di cifre significative.

Migliaia di arretrati sulle pensioni, molti pensionati potrebbero presto ricevere un rimborso

Per alcuni pensionati, soprattutto coloro che ricevono gli assegni più alti e che quindi hanno subito maggiormente il taglio in rapporto all’inflazione, si aprono scenari rilevanti. Si prevedono aumenti validi da gennaio 2024 fino a dicembre 2024, inclusa la tredicesima. Gli aumenti potrebbero superare i 250 euro medi al mese.

Questo implica che il pensionato ha accumulato un credito medio di 250 euro per ogni mese del 2024, periodo durante il quale l’INPS ha erogato una pensione inferiore a quella dovuta, seguendo il meccanismo di adeguamento impostato dal governo in base al tasso di inflazione del 2024. Se l’importo medio mancante è di 250 euro al mese, il calcolo degli arretrati è semplice e porta a somme considerevoli. In attesa della decisione della Corte Costituzionale, quindi, potrebbero essere distribuiti migliaia di euro di arretrati.

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Perché la rivalutazione delle pensioni ha penalizzato molti pensionati

Nel 2024, le pensioni sono state adeguatе all’inflazione con un tasso del 5,7%. Tuttavia, questo aumento ha riguardato completamente solo i titolari di pensioni fino a quattro volte il trattamento minimo, che hanno ricevuto un incremento pieno del 5,7%. Per le pensioni più elevate, invece, sono stati applicati dei tagli progressivi, tanto più significativi quanto maggiore era l’importo dell’assegno.

Specificatamente, per le pensioni fino a cinque volte il trattamento minimo, la rivalutazione è stata del 85% del 5,7% dell’inflazione. Per le pensioni fino a sei volte il minimo, la rivalutazione è stata del 54% dello stesso tasso di inflazione, e per quelle ancora superiori fino a otto volte il minimo, la rivalutazione è scesa al 47%, per poi diminuire al 37% per quelle fino a 10 volte il minimo e al 22% per quelle ancora superiori.

Attenzione ai calcoli, cifre impressionanti spettano a molti pensionati, ma potrebbero non arrivare

I calcoli sono immediati. Ad esempio, una pensione di 6.000 euro al mese che avrebbe dovuto essere indicizzata del 5,7% e invece è stata aumentata solo dell’1,254% (il 22% di 5,7%), avrebbe dovuto ricevere un aumento di 342 euro al mese, ma ne ha ottenuto solo poco più di 75 euro. Se il pensionato riceve un assegno di 10.000 euro al mese, invece di un incremento di 570 euro, ha ottenuto solo 125,40 euro.

Questi tagli significativi, moltiplicati per i 12 mesi dell’anno, risultano in arretrati notevoli che l’INPS potrebbe dover erogare al pensionato.

Naturalmente, la questione non è solamente matematica, poiché tutto dipenderà dall’esito del giudizio della Corte Costituzionale. Questa potrebbe respingere il ricorso oppure accoglierlo in varie forme.

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Potrebbe dichiarare la misura incostituzionale, ma senza effetto retroattivo, limitandosi a impedire l’uso futuro della norma. Potrebbe anche imporre allo Stato di aumentare le pensioni a partire dalle mensilità successive alla sentenza.

Potrebbe inoltre decidere di erogare un una tantum per compensare in parte i danneggiati (come avvenuto con il Bonus Poletti dopo la legge Fornero), o, come sperano i pensionati, procedere a un completo rimborso, includendo tutti gli arretrati spettanti.

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