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Criptovalute: Tassazione Ingiusta Favorisce Banche e BlackRock, Danni Imminenti!

Tassazione plusvalenze criptovalute al 42%
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Pubblicato da Enzo Conti
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Gli operatori di criptovalute in allarme per l’incremento delle tasse sulle plusvalenze stabilito dalla legge di Bilancio

La discussione continua riguardo alla disposizione inclusa nella legge di Bilancio del 2025, che prevede un rialzo dell’imposizione fiscale sulle plusvalenze ottenute dalle criptovalute. La percentuale di tassazione è destinata a salire dal 26% al 42%, a meno di eventuali cambiamenti che potrebbero avvenire durante l’iter parlamentare. Abbiamo avuto l’opportunità di parlare con Alessandro Ronchi, un pioniere del settore che ha contribuito a fondare Cryptosmart, il principale exchange di criptovalute italiano, con sede a Perugia.

Secondo Ronchi, la riforma fiscale proposta potrebbe presentare anche questioni di legittimità costituzionale, come sostenuto da alcuni giuristi specializzati.

Ecco un estratto dell’articolo 4 della manovra:

Per le plusvalenze e altri redditi specificati nell’articolo 67, comma 1, lettera c-sexies, del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica il 22 dicembre 1986, numero 917, realizzate a partire dall’entrata in vigore della presente legge, si applicherà un’imposta sostitutiva con aliquota del 42 percento, come definito dall’articolo 5 del decreto legislativo 21 novembre 1997, n.461.

Perché l’aumento delle tasse sulle plusvalenze delle criptovalute dovrebbe essere considerato incostituzionale o comunque ingiusto?

Ronchi espone che se un individuo investe in Bitcoin tramite un VASP (Virtual Asset Service Provider), con la nuova normativa verrà tassato al 42%. Al contrario, se l’investimento in Bitcoin avviene attraverso banche, SIM o tramite l’ETF di BlackRock, la tassazione rimarrà al 26%. Un’altra distorsione si verrebbe a creare con l’applicazione della MICA (Regolamento europeo sulle criptoattività), particolarmente per gli Asset-referenced token (Art), dove si verrebbe a creare la stessa disparità di trattamento. Se si investe in un token collegato all’oro, la tassazione aumenta al 42%, mentre investendo direttamente in oro o in un ETF sull’oro, la tassa rimane al 26%.

Essenzialmente, le tasse aumentano solo se l’asset è basato su blockchain. Questo rappresenta un approccio opposto a quello della normativa europea, che si sta impegnando per supportare e promuovere questo nuovo mercato per attirare investimenti. Paesi come Francia e Germania stanno puntando sulla MICA per aumentare la loro competitività.

Qual è la situazione attuale in Italia a riguardo?

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Attualmente, in Italia ci sono circa cento operatori VASP registrati all’OAM, molti dei quali sono imprese italiane. I tre maggiori sono Cryptosmart, Young Platform e Conio. È chiaro che questa discriminazione favorirebbe operatori come BlackRock. Quest’ultimo, all’inizio dell’anno, ha lanciato l’ETF Bitcoin IBIT, che è diventato il prodotto più di successo nella storia dell’azienda. In pochi mesi ha accumulato investimenti per 25 miliardi di dollari e si stima che ne attirerà 150 miliardi nei prossimi anni. È interessante notare che il CEO di BlackRock, Larry Fink, ha incontrato il 30 settembre il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, a Palazzo Chigi, per discutere di investimenti in Italia, apparentemente promuovendo i suoi prodotti nel paese.

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