Nel governo si respira un clima di contentezza dopo l’upgrade di rating effettuato da Fitch. Già in aprile, S&P aveva migliorato la sua valutazione sui bond italiani. Tra le ragioni citate lo scorso venerdì, figura un possibile miglioramento dei conti pubblici più rapido di quanto previsto ufficialmente. Il deficit di quest’anno potrebbe avvicinarsi al limite del 3% del PIL, che è anche il massimo consentito dal Patto di Stabilità. Secondo l’agenzia, il deficit scenderà al 3,1% dal 3,4% previsto per il 2024. Il governo, invece, prevede un 3,3%.
Giorgetti manifesta un ottimismo prudente
In risposta a una domanda durante il weekend, in occasione dell’Ecofin a Copenhagen, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha indicato di essere possibilista riguardo al raggiungimento di un deficit inferiore al 3% “già quest’anno”.
Ha mostrato prudenza in proposito, evidenziando che mancano ancora tre mesi alla fine dell’anno fiscale e che il bilancio è composto da entrate e spese variabili. Tuttavia, ha espresso fiducia che ciò possa realizzarsi.
Di conseguenza, il ministro ha anticipato cautela riguardo al cosiddetto “tesoretto”, affermando che eventuali tagli fiscali dovranno essere effettuati “in sicurezza” per la salute dei conti pubblici. Recentemente, Bloomberg aveva diffuso la notizia di un possibile margine di risparmio di 13 miliardi tra quest’anno e il prossimo, dovuto alla diminuzione della spesa per interessi rispetto alle stime.
Pressioni sulla BCE per la riduzione dei tassi
L’ottimismo sul bilancio pubblico italiano è temperato dalla performance del PIL. La crescita nel secondo trimestre è stata negativa, il che non sta aiutando a ridurre il calo delle esportazioni. Per questo motivo, Giorgetti ha comunicato di aver discusso con Christine Lagarde, presidente della Banca Centrale Europea.
Ha spiegato all’economista francese le motivazioni dietro la necessità di un taglio dei tassi d’interesse. Ha indicato che tale richiesta proviene dal settore imprenditoriale, che sta lottando contro un cambio valutario forte e i dazi doganali simultaneamente.
Lagarde ha chiarito la sua posizione, che naturalmente differisce da quella dei governi. Per Giorgetti è evidente che il miglioramento di rating da parte di Fitch potrebbe avere un impatto positivo sulla spesa per interessi. Tuttavia, non è garantito che questa diminuisca, poiché dipenderà dai “livelli generali dei tassi”. In effetti, lo spread è diminuito, e oggi si trova sotto gli 80 punti rispetto ai Bund tedeschi e negativo rispetto agli Oat francesi. Ma se i rendimenti tedeschi dovessero aumentare, il vantaggio potrebbe evaporare.
Un deficit sotto il 3% sarebbe una grande notizia per l’Italia
Il raggiungimento di un deficit inferiore al 3% già nel 2025 sarebbe un’importante notizia positiva per l’Italia. La Francia ha già posticipato questa prospettiva al 2030, incontrando difficoltà nel raggiungere un accordo politico per ridurre il disavanzo. Essere diligenti sta dando i suoi frutti. I mercati stanno premiando gli sforzi volti al risanamento, mentre penalizzano coloro che non agiscono. Non solo Parigi è in difficoltà, ma anche Londra e persino Washington. Anche la Germania non è più vista come in passato senza peccato, con tensioni politiche interne, crescita stagnante e debiti in aumento, i Bund oggi si attestano sopra il 2,75% rispetto al 2,15% di inizio anno.
giuseppe.timpone@investireoggi.it
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