La Legge di Bilancio 2025 non è ancora stata presentata ufficialmente, tuttavia, sembra già chiaro che non ci saranno grandi novità per le pensioni. L’opzione di Quota 41, fortemente sostenuta dalla Lega, è considerata troppo costosa. Invece, il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, sta considerando misure per incentivare i lavoratori a rimanere attivi anche oltre l’età di pensionamento, attualmente fissata a 67 anni per entrambi i sessi, con poche eccezioni. Nonostante ciò, da un po’ di tempo a questa parte, esiste la possibilità di ritirarsi dal lavoro a 64 anni, a condizione che il piano pensionistico sia completamente contributivo.
Pensione a 64 anni con sistema contributivo
Questa normativa risale alla riforma Dini del 1995, che ha trasformato radicalmente il sistema previdenziale italiano, introducendo il passaggio dal sistema retributivo a quello contributivo. In passato, la pensione era calcolata sulla base della media delle ultime retribuzioni percepite, accumulando circa il 2% per ogni anno lavorativo. Questo metodo è stato ritenuto insostenibile, poiché le retribuzioni tendono ad aumentare con l’avanzare della carriera, risultando in pensioni elevate rispetto ai contributi versati.
Con il sistema contributivo, la pensione è calcolata esclusivamente sui contributi effettivamente versati. Questo sistema si applica a chi ha iniziato a versare contributi dopo il 1995. Per chi aveva versato contributi per meno di 18 anni entro tale data, si applica un sistema misto: retributivo fino al 2011 e contributivo per gli anni successivi.
Requisiti necessari
Dopo questa breve panoramica storica, consideriamo la possibilità di pensionamento a 64 anni. La legge lo consente solo per i lavoratori con un piano interamente contributivo, iniziato dopo il 1995, e con almeno 20 anni di contributi. Inoltre, l’importo della pensione deve essere almeno tre volte superiore all’assegno sociale. Recentemente, la legge di Bilancio ha reso più stringenti questi requisiti.
Fino al 31 dicembre 2023, l’importo doveva essere almeno 2,8 volte l’assegno sociale. Questo parametro è rimasto invariato per le donne con almeno un figlio, mentre per le donne con due figli è stato ridotto. Per tutti gli altri, è aumentato a tre volte l’assegno sociale.
Calcolo dell’importo contributivo necessario
Nel 2024, l’assegno sociale è stato fissato a 534,41 euro. Ciò significa che per un uomo o una donna senza figli, la pensione mensile non deve essere inferiore a 1.603,23 euro. È evidente che questi non sono importi facilmente raggiungibili con un calcolo puramente contributivo. Infatti, ora calcoleremo l’importo contributivo che un lavoratore deve aver accumulato per poter andare in pensione a 64 anni.
Per esempio, un assegno di 1.603,23 euro al mese per tredici mesi ammonta a 20.841,99 euro all’anno. A 64 anni, per il biennio 2023-2024, si applica un coefficiente di trasformazione dello 0,05184. Questo significa che l’assegno annuale sarà il 5,184% del montante contributivo. Per trovare questo montante, dividiamo l’assegno annuale minimo per il coefficiente di trasformazione. Il risultato è di 402.044,56 euro. Questo è l’importo che un lavoratore deve avere versato per ritirarsi a 64 anni, ovvero tre anni prima dell’età pensionabile ufficiale.
Stipendi alti necessari per accumulare i contributi
Quanto bisogna guadagnare per raggiungere tale cifra? Dipende principalmente da due fattori: gli anni di contribuzione e il tasso di rivalutazione dei contributi anno per anno, che è legato alla crescita media del Pil. Abbiamo ipotizzato che il lavoratore si pensioni a 64 anni dopo solo 20 anni di contribuzione tra il 2004 e il 2023. È emerso che sarebbe stato necessario versare almeno 18.000 euro di contributi Inps ogni anno.
Per un impiegato, questo avrebbe significato un salario lordo annuale non inferiore a circa 54.500 euro.
Data la media degli stipendi in Italia, è chiaro che la pensione contributiva a 64 anni è un’opzione non realistica per la maggior parte dei lavoratori. Considerate che solo il 15% dei contribuenti dichiara redditi annuali lordi pari o superiori a 35.000 euro. Naturalmente, se un lavoratore ha versato contributi per un periodo più lungo, il montante richiesto e lo stipendio necessario si riducono. Tuttavia, dato il sistema attuale, non è possibile aver versato contributi per più di 29 anni, incluso il 2024.
La pensione a 64 anni rimane un’opzione difficile anche per il futuro
È evidente che nei prossimi anni, aumentando gli anni di contribuzione validi, sarà teoricamente più semplice raggiungere l’importo minimo richiesto per la pensione. Tuttavia, i lavoratori completamente contributivi, tipicamente sotto i 50 anni, hanno carriere meno stabili e stipendi meno dinamici rispetto alle generazioni precedenti. Questo rende la pensione a 64 anni un obiettivo difficile da raggiungere anche in futuro per molti lavoratori.
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