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Dal 2027, pensioni: aumento di 3 mesi, rischio blocco o effetto Fornero?

Aumento di 3 mesi per la pensione dal 2027: blocco parziale o scatta lo “scalino” Fornero?
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Pubblicato da Enzo Conti
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A partire dal 2027, un potenziale incremento dell’età pensionabile di tre mesi: ecco chi potrebbe dover lavorare di più e chi potrebbe evitarlo

A partire dal 2027, il sistema pensionistico italiano potrebbe essere soggetto a un importante cambiamento dovuto all’incremento dell’età per andare in pensione. Questo aggiustamento automatico è una conseguenza diretta della legge Fornero, che prevede un adeguamento periodico dell’età pensionabile in risposta alle variazioni nella speranza di vita della popolazione. In sostanza, se gli italiani vivono più a lungo, l’età richiesta per accedere alla pensione di vecchiaia aumenterà di conseguenza.

Il meccanismo automatico introdotto dalla legge Fornero

La legge Fornero, istituita nel 2011, stabilisce che ogni due anni si debba verificare l’andamento della speranza di vita. Se si evidenzia un aumento, si procede automaticamente a un incremento dell’età necessaria per pensionarsi.

Questo sistema è stato pensato per mantenere la sostenibilità del sistema pensionistico nel tempo, anche se spesso ha causato dibattiti e insoddisfazione tra i lavoratori.

Senza interventi correttivi del governo, dal 2027 l’età per pensionarsi aumenterà di tre mesi, seguendo la logica dell’aggiustamento demografico. Questo implica che chi si aspettava di ritirarsi dal lavoro a una certa età potrebbe dover aspettare un trimestre in più.

Le considerazioni in corso nel governo

Di fronte a questa situazione, è compito dell’esecutivo decidere se mantenere o meno questo aumento. Tuttavia, per bloccare l’aggiustamento automatico sono necessari fondi che attualmente non sono disponibili. Di recente, è emersa l’ipotesi di bloccare l’aumento solo per alcuni lavoratori, permettendo che per altri l’aumento avvenga come previsto.

Questa soluzione parziale permetterebbe al governo di limitare le spese, agendo in modo selettivo. Tuttavia, ciò potrebbe generare disuguaglianze fra chi può pensionarsi con le norme attuali e chi dovrà aspettare ulteriori tre mesi.

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Chi potrebbe dover lavorare più a lungo

Le prime analisi suggeriscono che potrebbero essere esclusi dal blocco coloro che, pur avendo accumulato 42 anni e 10 mesi di contributi (41 anni e 10 mesi per le donne), non avranno raggiunto i 64 anni di età entro il 2027. Questi lavoratori rientrano nella categoria della pensione anticipata ordinaria.

In altre parole, il governo potrebbe proteggere chi si pensiona per vecchiaia (67 anni e 20 anni di contributi) o chi ha già 64 anni (con i requisiti per la pensione anticipata ordinaria), ma escludere chi, nonostante i numerosi contributi versati, non ha ancora raggiunto tale età.

Stime basate sui dati dell’INPS e sui flussi pensionistici indicano che circa 170.000 lavoratori si troverebbero in questa situazione. Per loro, l’aumento dell’età pensionabile significherebbe rimanere al lavoro almeno tre mesi in più, a meno che non vengano adottate misure correttive nei prossimi mesi.

Un aumento dell’età pensionabile non per tutti: le conseguenze per i lavoratori e il sistema previdenziale

Anche un lieve aumento dell’età pensionabile può sembrare marginale, ma per chi è vicino alla pensione può significare un cambiamento significativo, sia economico sia psicologico e organizzativo.

Molti lavoratori programmano la loro uscita dal lavoro con largo anticipo, basandosi su calcoli precisi di età e contributi.

Un eventuale posticipo dei requisiti potrebbe quindi generare incertezza e costringere molte persone a rivedere i propri piani. Allo stesso tempo, l’aggiustamento automatico è visto come uno strumento fondamentale per mantenere l’equilibrio dei conti pubblici, in un contesto di progressivo invecchiamento della popolazione.

Un blocco totale dell’aumento avrebbe un costo significativo per lo Stato. Per questo, il governo sta considerando una soluzione “ibrida” che, almeno in parte, permetterebbe di contenere la spesa previdenziale.

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Potenziali sviluppi futuri sull’aumento dell’età pensionabile

La decisione finale dovrà essere presa nei prossimi mesi, prima che l’adeguamento diventi effettivo. Se il governo riuscirà a reperire le risorse necessarie, potrebbe sospendere completamente l’incremento. In caso contrario, l’aumento avverrà automaticamente come previsto dalla legge.

Non è escluso che vengano introdotti criteri più flessibili, forse considerando il tipo di lavoro svolto o l’età effettiva di inizio dei contributi. In passato, si è spesso discusso della possibilità di differenziare i requisiti in base alla pesantezza delle mansioni o alla discontinuità della carriera lavorativa.

Riassunto

  • Dal 2027 è previsto un aumento dell’età pensionabile di tre mesi per effetto della legge Fornero.
  • Il governo sta valutando se bloccare o limitare l’aumento per alcune categorie.
  • Potrebbe essere escluso dal blocco chi non ha ancora raggiunto i 64 anni.
  • Circa 170.000 lavoratori potrebbero dover lavorare più a lungo.
  • L’aumento è necessario per garantire la sostenibilità del sistema previdenziale.
  • È attesa una decisione finale, cercando un equilibrio tra spesa pubblica e equità sociale.

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