La data di inizio dell’iscrizione alla previdenza sociale obbligatoria gioca un ruolo cruciale sia per le modalità di accesso alla pensione sia per il calcolo dell’importo della pensione.
Ci concentriamo ora sulle restrizioni imposte dalle leggi attuali per coloro che hanno iniziato a contribuire dopo il 1995. Questi contribuenti, che hanno abbandonato definitivamente il sistema retributivo, aderiscono completamente al sistema contributivo, introdotto dal 1° gennaio 1996 con la riforma Dini.
Pensione numero uno: l’opzione dei 71 anni per i contributivi puri
Per chi ha versato i suoi primi contributi nell’era contributiva, esiste la possibilità di ottenere una pensione, anche senza i requisiti standard.
In un scenario dove alcuni potrebbero non pensionarsi mai, avere una soluzione sicura per il ritiro è significativo. Coloro che hanno iniziato a contribuire prima del 1995 non possono ottenere la pensione di vecchiaia senza almeno 20 anni di contributi, anche avendo raggiunto i 67 anni, senza questi 20 anni non hanno diritto a nessuna pensione.
Le deroghe Amato, che permettevano di pensionarsi con 15 anni di contributi, sono oggi quasi inutilizzabili. Tuttavia, per chi ha iniziato a lavorare dopo il 31 dicembre 1995, si apre una possibilità: la pensione di vecchiaia contributiva.
Questa tipologia di pensione permette ai cosiddetti contributivi puri di ritirarsi a 71 anni, anche con soli 5 anni di contributi.
Possibilità di pensione a 64 anni con 20 anni di contributi
Per chi ha iniziato a versare dopo il 1995, si presenta anche la reale opportunità di accedere alla pensione anticipata a 64 anni.
Anche in questo caso, è una soluzione non disponibile per chi ha iniziato a lavorare in precedenza. A parte le misure speciali che non fanno distinzioni basate sul periodo di inizio del lavoro, la pensione anticipata contributiva è una misura specifica e unica.
Questa opzione è disponibile a 64 anni con almeno 20 anni di contributi, ma è essenziale rispettare l’importo minimo della pensione.
Secondo le normative vigenti, la pensione non può essere erogata se è inferiore a tre volte l’importo dell’assegno sociale, che nel 2025 ammonta a 538,69 euro al mese. Di conseguenza, la pensione deve essere almeno di 1.616,07 euro mensili per poter accedere alla pensione anticipata a 64 anni.
Vantaggi specifici per le donne
Nel caso della pensione anticipata contributiva, ci sono benefici specifici per le madri lavoratrici. In particolare, possono ottenere la pensione anche con un importo inferiore alla soglia di 1.616,07 euro.
Questo dipende dal numero di figli:
- con due o più figli, la soglia minima si abbassa a 2,6 volte l’assegno sociale, ovvero 1.400,60 euro mensili;
- con un solo figlio, la soglia è di 2,8 volte l’assegno sociale, quindi 1.508,33 euro al mese.
Ma i vantaggi per le madri non si fermano qui.
La pensione anticipata contributiva offre ulteriori vantaggi, alternativi l’uno all’altro, in termini di calcolo dell’assegno o di età di ritiro.
Nel primo caso, è possibile scegliere un coefficiente di trasformazione più vantaggioso:
- con uno o due figli, si applica il coefficiente dei 65 anni (migliore rispetto a quello dei 64 anni);
- con tre o più figli, si applica il coefficiente dei 66 anni.
In alternativa, si può ottenere uno sconto sull’età pensionabile: ogni figlio permette un anticipo di 4 mesi rispetto ai 64 anni.
Pertanto:
- con quattro o più figli, è possibile ritirarsi già a 62 anni e 8 mesi, con un massimo di 16 mesi di anticipo.
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Enzo Conti è profondamente radicato nella cultura italiana, grazie al suo lavoro di ristoratore e promotore del patrimonio locale. Il suo ristorante non è solo un luogo in cui gustare i sapori della Puglia, ma anche uno spazio dove cultura e storia si incontrano. Enzo organizza eventi per far conoscere le ricchezze della regione, affrontando anche questioni di società, politica locale e preservazione dell’ambiente attraverso il cibo.



