L’Istat ha recentemente pubblicato le stime preliminari del Pil italiano per il terzo trimestre, che si è mantenuto stabile rispetto al trimestre precedente con una crescita annua dello 0,4%. Questi risultati sono ben al di sotto delle aspettative degli analisti, che avevano previsto un incremento trimestrale dello 0,2% e un aumento su base annua dello 0,7%. La crescita economica italiana accumulata fino al 30 settembre è quindi ferma allo 0,4%, rendendo molto arduo raggiungere l’obiettivo dell’1% previsto dal governo. L’istituto statistico ha indicato che, nel periodo tra luglio e settembre, il settore dei servizi ha visto una crescita, mentre l’agricoltura ha subito una leggera contrazione e l’industria ha registrato un significativo declino.
Sorprese positive da Francia e Spagna
Questa mattina, le economie di Francia e Spagna hanno fornito dati incoraggianti. L’economia francese è cresciuta dello 0,4% nel trimestre e dell’1,4% su base annua, spinta principalmente dai Giochi Olimpici di Parigi a luglio. Inoltre, il Pil spagnolo ha mostrato una crescita trimestrale dello 0,8% e annuale del 3,4%.
Potenziali ripercussioni negative sul bilancio pubblico
La stagnazione potrebbe avere effetti negativi anche sui progetti di bilancio per il 2025. La revisione al rialzo del Pil degli ultimi due anni aveva già complicato il raggiungimento degli obiettivi di crescita, e ora la situazione appare ancora più difficile. Un minore incremento economico nel 2024 suggerisce che il punto di partenza per il Pil reale e nominale nei prossimi anni sarà inferiore. Fortunatamente, le entrate fiscali stanno superando le aspettative, permettendo al governo di compensare alcune frazioni di punto percentuale del deficit.
Quali sono le cause della stagnazione trimestrale dell’economia italiana? La Germania è in recessione, il che influisce negativamente sulle nostre esportazioni, dato che la nostra industria è fortemente legata a quella tedesca. Un fenomeno previsto e già evidenziato dal trend negativo della produzione industriale, che continua a diminuire dal gennaio 2023. Finora, solo il settore dei servizi ha sostenuto una crescita del Pil, ma l’indice Pmi dei servizi ha mostrato un calo nel terzo trimestre. Anche se rimane sopra i 50 punti, indicando un’espansione dell’attività, la sua spinta sembra essersi esaurita.
Il rischio di una stagnazione economica con servizi indeboliti
In assenza di una ripresa industriale, la crescita economica italiana rischia di arrestarsi completamente, portando potenzialmente a una recessione, a meno che il contesto europeo non migliori. Questo scenario aggiunge un ulteriore elemento di preoccupazione in vista del prossimo incontro della Banca Centrale Europea a dicembre. Un ulteriore taglio dei tassi di interesse potrebbe diventare più probabile per stimolare la domanda, a condizione che l’inflazione lo permetta.
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