Accoglienza » News » Giappone rimpatria capitali dagli USA: lo yen raggiunge massimi di 18 mesi!

Giappone rimpatria capitali dagli USA: lo yen raggiunge massimi di 18 mesi!

Yen ai massimi da 2 anni e mezzo contro il dollaro
News
Foto dell'autore
Pubblicato da Enzo Conti
Aggiornato il :
Lo yen si rafforza significativamente rispetto al dollaro, raggiungendo un livello di cambio non visto dal luglio del 2023 a causa del rientro di capitali dagli USA.

Nei primi giorni di aprile, il Giappone ha proceduto alla vendita di obbligazioni in valuta estera per un valore di 20 miliardi di dollari, con la maggior parte degli acquisti presumibilmente concentrati sui Treasuries, ovvero i titoli di stato americani. Di conseguenza, lo yen ha visto un apprezzamento significativo rispetto al dollaro, toccando i massimi degli ultimi diciotto mesi. L’ultimo cambio più forte risale a luglio del 2023. Il tasso di cambio tra il dollaro e la moneta giapponese si è avvicinato alla soglia di 140, distante dai 162 raggiunti nel luglio precedente, quando fu necessario l’intervento della banca centrale su sollecitazione del Ministero delle Finanze, a seguito del tasso di cambio più debole dall’Accordo di Plaza nel 1985.

Incontro bilaterale USA-Giappone sui dazi

Recentemente, il ministro delle Finanze giapponese, Katsunobu Kato, ha negato le accuse di manipolazione della valuta avanzate dall’amministrazione Trump, durante una sessione parlamentare. Questa settimana si prevede un incontro con il suo omologo americano, Scott Bessent, in occasione del G20, dove si presume che possano discutere di un possibile accordo sui dazi. Attualmente, i dazi sono stati aumentati al 25% sulle importazioni di autoveicoli giapponesi e al 10% come tariffa standard per tutti gli altri prodotti. Gli USA hanno registrato un deficit commerciale con il Giappone di 68,5 miliardi di dollari al termine del 2024.

Disparità marcata sui tassi di interesse

Gli investitori giapponesi possiedono circa 1.100 miliardi di dollari in Treasuries, posizionandosi come i maggiori creditori degli Stati Uniti. Le vendite recenti non sono state una mossa deliberata sotto pressione governativa, bensì una reazione alla paura di una devaluazione del dollaro rispetto allo yen e all’ascesa dei tassi di interesse americani.

LEGGI  Scoperta shock: 500 milioni di lire in casa dei genitori, ma la banca rifiuta la conversione in euro!

Molte posizioni sono state liquidate al termine di un esteso “carry trade” favorito dalla differenza dei tassi. La Federal Reserve mantiene i tassi al 4,50% rispetto allo 0,50% della Banca del Giappone. Tuttavia, i primi sono diminuiti da settembre, mentre i secondi sono aumentati dai livelli negativi che persistevano ancora nel marzo del 2024.

Con un tasso di inflazione ancora al 3,6% lo scorso mese, il Giappone dovrà probabilmente continuare ad aumentare i tassi nei mesi a venire. In contrasto, la FED è sotto pressione dal presidente Donald Trump per ridurli. Anche per questa ragione, lo yen si sta apprezzando rispetto al dollaro. Inoltre, Washington ha richiesto a Tokyo di rivalutare la moneta, ma il governo giapponese ha finora rifiutato, sostenendo l’indipendenza della sua banca centrale. In aggiunta, le elezioni per il rinnovo della Camera Alta si terranno a luglio, e fino ad allora non ci sarà fretta di aumentare ulteriormente i tassi.

È il cambio yen/dollaro al limite?

In meno di un mese, lo yen ha guadagnato il 7,5% rispetto al dollaro, mentre la Borsa di Tokyo ha perso il 10% e il rendimento dei bond decennali è sceso dello 0,25%. Il mercato sta rimpatriando capitali dagli USA per ridurre le esposizioni in dollari e disinvestire prima di ulteriori cali nei prezzi delle azioni e delle obbligazioni.

Gli afflussi stanno beneficiando i mercati obbligazionari sia europei che giapponesi, e nelle ultime settimane anche i mercati azionari di entrambe le regioni.

Quanto potrà ancora apprezzarsi lo yen rispetto al dollaro? Mentre Tokyo vede positivamente un yen più forte, se paragonato alla storia recente, la valuta è ancora debole. Rispetto ai livelli di cinque anni fa, lo yen è ancora inferiore di oltre il 20%, e rispetto ai picchi del 2011 è dimezzato. Un forte rafforzamento, tuttavia, potrebbe danneggiare le esportazioni e ostacolare la già debole crescita economica. Inoltre, un “super yen” si verificherebbe con un aumento dei tassi, una mossa che il Giappone può sostenere solo fino a un certo punto, dato il debito pubblico che supera il 250% del Pil.

LEGGI  Meloni Ottimista, ma l'Italia Trema per l'Accordo sui Dazi!

Yen contro dollaro: un segnale di crisi per la borsa americana?

Anche gli USA dovrebbero essere cauti nel sollevare ulteriormente la posta. I capitali giapponesi hanno sostenuto gli investimenti a Wall Street per anni. Più che la vendita di Treasuries, a Washington dovrebbe preoccupare il contraccolpo sulla Big Tech. Se il rientro dei capitali verso il Giappone dovesse continuare, le valutazioni degli indici azionari americani potrebbero ulteriormente diminuire. Questo rappresenterebbe un problema per milioni di lavoratori americani prossimi alla pensione, i quali non avrebbero il tempo necessario per recuperare le perdite subite.

 

 

Articoli simili

Valuta questo articolo

Lascia un commento