Un enigma millenario rivisitato
Stonehenge, il famoso monumento megalitico costruito tra il 3000 e il 1100 a.C. nel Wiltshire, nell’Inghilterra meridionale, continua ad affascinare gli scienziati. Un nuovo studio pubblicato il 19 dicembre su Archaeology International getta nuova luce sulla sua funzione originaria.
Pietre dai quattro angoli della Gran Bretagna
I ricercatori hanno fatto una scoperta straordinaria: degli oltre 900 cerchi di pietre identificati in Gran Bretagna, Stonehenge si distingue per la diversa provenienza geografica dei suoi materiali.
I megaliti provengono da regioni molto remote e richiedono viaggi fino a otto mesi per il loro trasporto.
Una teoria unificante
“Il cerchio di pietre potrebbe aver avuto uno scopo sia politico che religioso”, affermano i ricercatori.
Secondo la loro analisi, Stonehenge fungeva da monumento unificante per i popoli della Gran Bretagna, creando un legame simbolico tra le diverse comunità, i loro antenati e il cosmo.
Ipotesi precedenti
Questa nuova teoria si aggiunge alle interpretazioni precedenti, in particolare a quella pubblicata nel marzo 2022 su Cambridge Core, che suggeriva che i trenta megaliti formassero un calendario solare di 365,25 giorni.
Un progetto colossale per il suo tempo
La costruzione di Stonehenge rappresentò una sfida logistica impressionante per l’Età della Pietra.
Il fatto che le pietre siano state trasportate su lunghe distanze testimonia una sofisticata organizzazione sociale e il desiderio condiviso di creare un monumento di importanza nazionale.
Conclusione
Questo nuovo studio suggerisce che Stonehenge era molto più di un semplice monumento religioso o astronomico: rappresentava un simbolo della prima unità nazionale, testimoniando una notevole collaborazione tra le diverse comunità dell’antica Gran Bretagna.
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Lucia Bernardi si impegna nella protezione dell’ambiente come specialista in agroecologia, lavorando per soluzioni agricole sostenibili in Italia e nel mondo. Combatte per una gestione migliore delle risorse naturali e per adattare le pratiche agricole alle sfide climatiche. La sua esperienza si estende anche agli aspetti sociali legati all’ambiente, inclusi l’impatto sulle comunità rurali e la transizione ecologica.



