Sventato complotto neonazista contro Giorgia Meloni
Un’indagine della Procura di Bologna ha rivelato un piano per assassinare il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, orchestrato dal gruppo neonazista “Werwolf Division”. Dodici persone sono state arrestate il 4 dicembre per associazione terroristica, propaganda e incitamento alla discriminazione razziale, etnica e religiosa.
Un attacco meticolosamente pianificato
Gli indagati avevano studiato gli spostamenti della Meloni e individuato luoghi strategici nei pressi di Palazzo Chigi e Piazza Monte Citorio. Secondo gli inquirenti, il gruppo costituiva una “cellula organizzata” già operativa.
Consideravano il Primo Ministro un “traditore” per aver rinunciato alle sue posizioni fasciste dopo essere salito al potere.
Un’organizzazione strutturata e pericolosa
Al centro del complotto, Salvatore Nicotra, 45 anni, è considerato uno dei principali organizzatori. Era incaricato di reclutare i membri e di fornire loro un addestramento militare.
Il gruppo, che contava circa 80 membri, dopo una prima chiusura ha operato via Telegram con il nome di “New Dawn Division”, diffondendo contenuti nazisti e sovversivi.
Attività che vanno ben oltre il virtuale
Le indagini hanno rivelato che il gruppo non si limitava alle attività online. Armi, coltelli, spade e armamentario nazista sono stati sequestrati nelle case dei sospetti.
Il gruppo si è addestrato all’uso delle armi e ha preparato “azioni violente”, tra cui l'”epurazione dei traditori del movimento”.
Rete nazionale smantellata
Le dodici persone arrestate, di età compresa tra i 19 e i 76 anni, provengono da diverse regioni d’Italia, con una concentrazione di leader a Bologna.
L’indagine, iniziata nel 2019 a Napoli in seguito alla scoperta di un canale Telegram, ha portato allo smantellamento di questa rete prima che potesse entrare in azione.
Conclusione
Questo caso rivela la persistenza di movimenti estremisti organizzati in Italia e la loro capacità di pianificare azioni terroristiche sofisticate. Evidenzia inoltre l’importanza del monitoraggio dei social network e della cooperazione tra le forze dell’ordine nella lotta al terrorismo estremista di destra.
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Lucia Bernardi si impegna nella protezione dell’ambiente come specialista in agroecologia, lavorando per soluzioni agricole sostenibili in Italia e nel mondo. Combatte per una gestione migliore delle risorse naturali e per adattare le pratiche agricole alle sfide climatiche. La sua esperienza si estende anche agli aspetti sociali legati all’ambiente, inclusi l’impatto sulle comunità rurali e la transizione ecologica.