I titoli di stato francesi, con una scadenza decennale, presentano attualmente un rendimento del 3,43%, leggermente superiore al 3,41% offerto dai corrispettivi BTp italiani. La situazione è influenzata nuovamente da fattori politici. Il secondo esecutivo guidato dal primo ministro Sébastien Lecornu è stato insediato da pochi giorni, dopo che il suo primo governo è caduto in soli 14 ore, a causa della sfiducia espressa dai partiti conservatori. Questo nuovo governo ha già dovuto gestire l’imbarazzo causato dal furto dei gioielli di Napoleone al Louvre e si trova ora a rischio di caduta imminente.
Il Partito Socialista minaccia la sfiducia
Questa volta, la minaccia di sfiducia proviene dal Partito Socialista guidato da Olivier Faure. Il segretario ha ottenuto la sospensione della riforma delle pensioni in cambio della non sfiducia al governo.
Attualmente, il Partito Socialista richiede l’introduzione della “tassa Zucman” sui grandi patrimoni. Faure ha dichiarato che, se tale misura non verrà proposta entro lunedì, il suo partito sfiducerà il governo. Considerato che già Rassemblement National e La France Insoumise hanno espresso voto di censura, una tale mossa potrebbe portare alla caduta del sesto governo in meno di due anni.
Rischio di declassamento da parte di Moody’s
La fragilità dei titoli di stato francesi è evidente anche a causa di questi rischi. Un altro pericolo imminente è rappresentato dalla possibilità che questa sera Moody’s possa abbassare il rating della Francia per la quarta volta dal 2012. L’ultima volta che ciò è accaduto è stato a dicembre dell’anno scorso, quando l’agenzia ha ridotto il rating da Aa2 ad Aa3 con prospettive stabili. Oppure, potrebbe semplicemente ridurre le prospettive future. In ogni caso, ciò rappresenterebbe un ulteriore segnale negativo per la situazione finanziaria del paese. Il 17 ottobre, S&P ha già declassato il rating della Francia a A+.
I titoli francesi sono ancora valutati in modo eccessivamente positivo dalle agenzie di rating rispetto ai mercati.
Per quanto riguarda Moody’s, il rating attuale dei BTp italiani è Baa3, ossia sei livelli più basso rispetto agli Oat francesi. Tuttavia, è probabile che a novembre l’agenzia possa migliorare il rating dei BTp a Baa2. Se nel frattempo Moody’s dovesse declassare i titoli francesi a A1, la distanza si ridurrebbe a quattro gradini. Per le altre due principali agenzie (S&P e Fitch) la distanza è già ridotta a tre gradini.
Titoli francesi sotto pressione
La crisi politica incide negativamente sul valore dei titoli di stato francesi. Investitori e agenzie di rating sono incerti riguardo le politiche che saranno adottate per ridurre il deficit pubblico, che quest’anno è previsto al 5,4% del PIL. In confronto, l’Italia prevede di ridurre il proprio deficit al 3% entro il 2025 e a scendere ulteriormente nei successivi anni. La possibile caduta del governo potrebbe scatenare nuove tensioni finanziarie, potenzialmente più gravi di quelle osservate nelle ultime settimane. Ciò potrebbe portare quasi automaticamente a nuove elezioni legislative e potrebbe persino spingere il presidente Emmanuel Macron a considerare le dimissioni per porre fine all’estrema instabilità degli ultimi diciotto mesi.
giuseppe.timpone@investireoggi.it
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