Stasera, dopo la chiusura dei mercati, l’agenzia di valutazione creditizia Fitch rivedrà la sua valutazione sui titoli di stato italiani, che sembrano avvicinarsi a un possibile upgrade. Solo la scorsa settimana, l’agenzia ha abbassato il rating dei titoli di stato francesi da AA- a A+. In precedenza, ad aprile, aveva già migliorato l’outlook sul nostro debito pubblico da “stabile” a “positivo”, preludio di un possibile innalzamento futuro. Questi appuntamenti, che un tempo causavano ansia a Roma, ora sono attesi con una certa speranza di buone notizie.
Valutazioni in corso di sessione di bilancio
Se Fitch confermerà l’upgrade per i titoli di stato italiani, il rating passerà da BBB a BBB+. Ciò collocherebbe i nostri titoli tre gradini al di sopra del livello “junk” o “spazzatura”, rendendoli più attraenti per gli investitori istituzionali. Attualmente, S&P ha già elevato il rating dei nostri bond a BBB+, mentre Moody’s si trova ancora al gradino più basso con una valutazione di Baa3, equivalente a BBB- rispetto alle altre due principali agenzie.
Moody’s ha però migliorato recentemente il proprio outlook a “positivo”, indicando anche per essa una possibile promozione.
I mercati hanno iniziato a trattare i titoli di stato italiani e francesi come se avessero lo stesso rischio, tanto che lo spread tra i due è quasi scomparso ieri. È cruciale ottenere non solo l’upgrade di stasera, ma anche quello atteso da Moody’s per il 21 novembre, tutto ciò durante la sessione di bilancio. Entro la fine del mese, il governo presenterà la legge di bilancio per il 2026 e avrà tempo fino alla metà di ottobre per inviarla alla Commissione Europea.
Non toccate il tesoretto
All’interno della maggioranza si sta consumando una lotta riguardo alcune misure fiscali. Forza Italia e Fratelli d’Italia spingono per la riduzione della seconda aliquota IRPEF dal 35% al 33%, e per estendere la fascia di reddito da 50.000 a 60.000 euro. La Lega, invece, propone una nuova sanatoria delle cartelle esattoriali e l’introduzione di una “flat tax” per le partite IVA fino a 100.000 euro. Le risorse sono limitate, così la Lega chiede anche un’imposta sugli extraprofitti delle banche.
Un upgrade per i titoli di stato non sarebbe solo una buona notizia, ma anche un segnale di fiducia nel governo. È essenziale che il governo eviti di finanziare nuove spese o tagli fiscali aumentando il deficit. Ora più che mai è importante evidenziare le differenze rispetto alla fiscalità irresponsabile e all’instabilità politica di Parigi. È probabile che le entrate fiscali di quest’anno superino le previsioni e che il deficit si riduca al 3% del PIL o anche meno. Invece di preoccuparsi del cosiddetto “tesoretto” stimato di 13 miliardi, sarebbe meglio massimizzare i risparmi.
L’upgrade dei titoli di stato stimola un circolo virtuoso
Gli upgrade dei nostri titoli di stato potrebbero generare un circolo virtuoso che porterebbe a una riduzione della spesa per interessi e a una diminuzione del deficit.
La conferma di questa tendenza aprirebbe ampi margini di manovra nel bilancio a supporto della crescita, anche prima della fine dell’attuale legislatura. L’obiettivo minimo per il governo dovrebbe ora essere quello di mantenere il rating italiano ad una media di BBB+. Questo risultato, impensabile fino a qualche anno fa, significherebbe cancellare tre lustri di notevoli difficoltà.
giuseppe.timpone@investireoggi.it
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Enzo Conti è profondamente radicato nella cultura italiana, grazie al suo lavoro di ristoratore e promotore del patrimonio locale. Il suo ristorante non è solo un luogo in cui gustare i sapori della Puglia, ma anche uno spazio dove cultura e storia si incontrano. Enzo organizza eventi per far conoscere le ricchezze della regione, affrontando anche questioni di società, politica locale e preservazione dell’ambiente attraverso il cibo.



