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Differenziale Btp-Bund ai minimi: le prossime settimane saranno cruciali!

Calo spread ai minimi da marzo
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Pubblicato da Enzo Conti
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Differenziale tra BTp e Bund decennali al minimo da marzo

Il differenziale di rendimento tra i titoli di Stato italiani (BTp) e quelli tedeschi (Bund) a 10 anni ha raggiunto questa mattina il livello più basso da marzo, attestandosi a 125 punti base. In termini pratici, i rendimenti a dieci anni dell’Italia sono superiori di 1,25% rispetto a quelli della Germania per lo stesso periodo. Attualmente, i BTp si collocano appena sotto il 3,50%. Nel luglio scorso, durante il picco delle tensioni politiche in Francia, erano saliti fino al 4,10%, con un premio di circa 160 punti rispetto ai Bund tedeschi.

Possibile terza riduzione dei tassi da parte della BCE

La diminuzione dello spread è influenzata dai tagli dei tassi di interesse in atto.

La Banca Centrale Europea (BCE) ha già ridotto il costo del denaro di mezzo punto percentuale (0,85% per i tassi di riferimento) tra giugno e settembre. È molto probabile che giovedì 17 ottobre venga annunciato un ulteriore taglio di 0,25%. Questo impatto positivo sui costi di emissione dei titoli favorisce i paesi europei più indebitati, riducendo il rischio di credito per i BTp, come dimostrato anche dai CDS a 5 anni, che hanno toccato i minimi dal 2008.

Aggiornamenti imminenti dalle agenzie di rating

Le prospettive indicano che il calo dello spread potrebbe continuare nelle prossime settimane. Non solo a causa dei probabili ulteriori tagli dei tassi da parte della BCE a dicembre e durante tutto il 2025. Già questa settimana le agenzie di rating rivedranno i loro giudizi sui titoli di stato italiani. Venerdì 18, dopo la chiusura delle borse, sarà il turno di S&P e Fitch, che attualmente assegnano ai BTp un rating BBB con outlook “stabile”. Una settimana più tardi sarà la volta di Dbrs, che oggi ha il rating più alto, BBB(high) con outlook “stabile”. Seguiranno il 22 novembre Moody’s (Baa3 e outlook stabile) e il 29 novembre Scope (BBB+ e outlook stabile).

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È possibile che almeno una di queste agenzie migliori la propria valutazione sull’Italia.

Non si tratta di un vero e proprio upgrade del rating, ma di un miglioramento delle prospettive. Sarebbe ideale se ciò avvenisse con Moody’s, che attualmente assegna ai nostri bond sovrani una valutazione appena un gradino sopra il livello “junk”. Un miglioramento potrebbe portare a un vero e proprio upgrade nei prossimi mesi, distanziandoci dalla zona di rischio e causando un ulteriore calo dello spread, con i mercati che esprimerebbero sollievo.

Il calo dello spread non è ancora sufficiente

Un elemento cruciale sarà la presentazione odierna della legge di bilancio per il 2025. Il governo guidato da Meloni dovrebbe evitare errori. Potrebbe sfruttare il clima di fiducia che gli investitori gli hanno concesso per avvicinarsi alla Francia, con cui la distanza è già ridotta ai minimi dal 2010. Ora solo mezzo punto percentuale separa i BTp dagli Oat francesi a 10 anni. Tuttavia, i rendimenti italiani rimangono i più elevati della zona euro, un dettaglio che non dobbiamo trascurare mentre valutiamo il calo dello spread. La manovra finanziaria dovrebbe mirare a un rigoroso taglio del deficit, pur sostenendo la crescita economica. Non è un compito facile, ma è assolutamente necessario.

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