Incremento dei rendimenti in Europa seguito al vertice di Londra
I rendimenti europei hanno registrato una significativa crescita nella prima sessione di questa settimana e del mese. Il Bund tedesco a 10 anni mostra un incremento di quasi lo 0,09% rispetto a venerdì scorso, raggiungendo il 2,4750%, mentre lo spread italiano si è allargato di alcuni punti base, toccando quota 110. Questo movimento è diretta conseguenza delle decisioni prese durante il vertice di Londra, dove i leader europei hanno deciso di incrementare le spese per la difesa, spinti anche dalle richieste degli Stati Uniti, per rafforzare l’autonomia in termini di sicurezza. Questa situazione suggerisce un aumento dell’utilizzo del mercato obbligazionario per finanziare i miliardi di euro necessari per gli investimenti in ambito difensivo.
I Bund tedeschi ora sopra i tassi mid-swap
Il mercato obbligazionario mostra una reazione negativa all’aumento previsto dell’offerta, con un incremento dei rendimenti che, sebbene non drammatico, è comunque significativo. In particolare, i Bund tedeschi, che tradizionalmente offrono rendimenti inferiori rispetto ai tassi “mid-swap” della stessa durata, stanno mostrando un peggioramento delle condizioni. Solo per fare un esempio, un anno fa il Bund a 10 anni garantiva un rendimento del 2,27%, confrontabile con il 2,70% dell’IRS a 10 anni. Oggi, il rendimento è del 2,48% contro il 2,38% dell’IRS. Questo significa che è passato da -43 a +10 punti base. Oggi, per gli investitori, i titoli di stato tedeschi rappresentano un rischio maggiore rispetto ai tassi “mid-swap” nella zona euro. Sarà interessante osservare nelle prossime settimane l’evoluzione degli Eurobond, i titoli di debito emessi dall’Unione Europea, che normalmente offrono un rendimento superiore rispetto ai Bund. Se il mercato dovesse valutare positivamente l’effetto del riarmo sulla liquidità di questi titoli e prevedere un aumento dell’offerta di debito tedesco, gli spread tra i due potrebbero ridursi.
Possibile nuovo taglio dei tassi da parte della BCE
Questa settimana, la Banca Centrale Europea (BCE) si riunirà per la seconda volta nel 2025 per discutere dei tassi di interesse. È quasi certo che verrà deciso un ulteriore taglio dello 0,25%, il sesto in serie. La riduzione dell’inflazione nella zona euro al 2,4% a febbraio, sebbene sia inferiore alle attese, è coerente con gli obiettivi desiderati. Tuttavia, l’inflazione core è scesa solo al 2,6%, ancora ben sopra l’obiettivo del 2% e dell’inflazione generale. Questo potrebbe indicare che i rincari sono ancora diffusi, nonostante le cause iniziali legate all’aumento dei costi energetici degli anni passati. Inoltre, il prezzo del gas in Europa è quasi raddoppiato rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
Incertezze influenzano i rendimenti europei
In conclusione, i rendimenti europei riflettono anche l’incertezza attuale. Se il riarmo diventerà una realtà, come sembra ormai evidente, rimane da vedere come la BCE reagirà. Se deciderà di supportare una politica fiscale più espansiva con un allentamento della politica monetaria, i tassi di interesse potrebbero scendere ulteriormente o rimanere bassi per un periodo prolungato. In questo scenario, il mercato si accontenterà di rendimenti reali più bassi o, almeno temporaneamente, esigerà rendimenti nominali più elevati per compensare l’aumento dell’inflazione previsto?
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Enzo Conti è profondamente radicato nella cultura italiana, grazie al suo lavoro di ristoratore e promotore del patrimonio locale. Il suo ristorante non è solo un luogo in cui gustare i sapori della Puglia, ma anche uno spazio dove cultura e storia si incontrano. Enzo organizza eventi per far conoscere le ricchezze della regione, affrontando anche questioni di società, politica locale e preservazione dell’ambiente attraverso il cibo.



